LA MINORANZA SUL “PIANO SCUOLE”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato di tutti i Consiglieri Comunali di Minoranza relativo al Consiglio Comunale di giovedì scorso e alla mozione discussa sul piano scuole. Comunicato spedito da Alessandra Dottarelli:

Giovedì scorso si è tenuto il Consiglio comunale ed è proseguita la discussione sulla mozione relativa alla situazione delle scuole, presentata da noi consiglieri di opposizione.

La mozione è stata proposta per portare all’attenzione del Consiglio la questione dei lavori riguardanti il patrimonio edilizio scolastico.
La nostra richiesta nasce dalla necessità di fare chiarezza e fissare alcuni punti fermi su un tema cruciale per la città, visto che, in tre anni e mezzo di amministrazione, la maggioranza che sostiene il Sindaco Sisti non ha ritenuto opportuno affrontarlo in modo strutturato.

Solo a metà aprile, grazie alla nostra richiesta, si è tenuto un consiglio comunale aperto. In quella sede, il mondo della scuola ha lanciato messaggi chiari:
agire presto e bene, tenendo conto anche della denatalità, i cui effetti oggi si fanno sentire in modo evidente.

Ci saremmo aspettati un piano dettagliato e puntuale. Invece, a otto anni e mezzo dal sisma e dopo tre anni e mezzo di mandato della nuova Giunta, molte questioni restano irrisolte e diverse scelte vengono irresponsabilmente rimandate.

Ci riferiamo, in particolare, ai lavori relativi all’Istituto Spagna e alla sua
possibile delocalizzazione, fortemente voluta dal Sindaco, ma probabilmente non condivisa da tutta la maggioranza.

Il primo cittadino utilizza il vincolo del PAI – relativo al rischio di esondazione del torrente Tessinello – come giustificazione alla delocalizzazione, ma anche dopo il dibattito di giovedì scorso permane un atteggiamento ambiguo e l’assenza di decisioni chiare.

La maggioranza ha scelto, con scarso rispetto verso il lavoro dell’opposizione, di modificare la nostra mozione con la forza dei numeri, snaturandone completamente il contenuto.

Non hanno avuto il coraggio di bocciarla apertamente o di presentare una proposta alternativa.
La nostra mozione chiedeva espressamente di non delocalizzare l’Istituto Spagna, anche per evitare un ulteriore impoverimento del centro storico, già in difficoltà.

Un altro aspetto rilevante riguarda la viabilità tra via Visso e via Laureti, dove si vorrebbe trasferire lo Spagna. Sono arrivate rassicurazioni dal capogruppo del PD circa la realizzazione simultanea della nuova scuola e della viabilità necessaria.

Tuttavia, mentre i fondi per la scuola sono stati stanziati nel settembre
2021 – prima dell’insediamento dell’attuale amministrazione – per le opere stradali non è previsto alcun finanziamento da qui ai prossimi tre anni.
Parimenti incomprensibile ci appare la decisione di trasferire le scuole oggi presenti a Villa Redenta nei pressi della scuola media Manzoni. Una scelta discutibile, considerando che via Nursina è già oggi congestionata, e ulteriori scuole renderebbero l’area invivibile.

Anche le soluzioni ipotizzate per viabilità e parcheggi risultano del tutto inadeguate. Inoltre, la nuova scuola elementare e il nuovo asilo disporrebbero
di pochissimo spazio verde, a differenza del bel giardino attualmente disponibile.
Di fronte a un atteggiamento arrogante, che ha portato a emendare e modificare la nostra mozione con la sola forza dei numeri, e alla persistente ambiguità nelle scelte, abbiamo deciso di non partecipare al voto per non esserne complici.

Ora attendiamo in tempi rapidi la presentazione del Piano Scuole 2050, vista anche la disponibilità manifestata dal Presidente della Provincia Presciutti, accompagnato dai cronoprogrammi dei lavori, nella speranza di comprendere quando partiranno concretamente gli interventi nelle scuole finanziate, a
cominciare dalla scuola “Toscano”, i cui fondi risalgono ai primi mesi del 2018.

Confidiamo inoltre che l’amministrazione possa rivedere le proprie decisioni in merito alla delocalizzazione dello Spagna e al trasferimento delle scuole di Villa Redenta.
Rimane l’amarezza per un’amministrazione che si è trovata a gestire ingenti risorse derivanti dalle ordinanze post-sisma e dal PNRR, ma che, per mancanza di capacità decisionale, di pianificazione e di condivisione, sta accumulando ritardi che rischiano di diventare imperdonabili.

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